Le Misteriose Rovine Di Gedi In Kenya

Una città dimenticata nella foresta del Kenya sembra avvolta da un'antichissima maledizione e da una storia affascinante.
La città di Malindi, in Kenya, è oggi considerata uno dei paradisi dell'Africa; con la sua costa da sogno nell'Africa orientale, è meta del turismo più esigente. Eppure, a pochi chilometri dalle sue località, c'è un misterioso paesino, un paese fantasma dal passato impreciso. Queste sono le rovine di Gedi, il villaggio perduto. Gede significa "prezioso" nella lingua oromo. Racchiuse nel cuore della foresta Arabuko Sokoke e distribuite su 200.000 mq, le rovine di Gedi costituiscono un enigma ancora non chiarito: nessuno conosce la loro antichissima storia, quella dei suoi abitanti, né le cause del loro abbandono improvviso. Non sono stati trovati segni di battaglia o epidemie: le rovine suggeriscono invece una rapida fuga dei residenti. Sembra che gli indigeni della regione evitino queste rovine impenetrabili, forse per paura di quanto accaduto in questo luogo antico e misterioso.
Il nocciolo dell'intero enigma che circonda la città perduta nella foresta è che non ci sono documenti scritti della sua esistenza: non c'è traccia di ciò nella cultura swahili. I portoghesi che arrivarono in questa regione e vi si stabilirono, a pochi chilometri di distanza, non lo sapevano.
Le biblioteche arabe non possiedono alcuna chiave che ci permetta di decifrare questo mistero. Sembra che le rovine di Gedi siano sfuggite a secoli di storia, in una sorta di segreto ben custodito.
Una campagna di scavi condotta tra il 1948 e il 1958 ha dato risultati sorprendenti. Nascosti tra le rovine, gli archeologi hanno scoperto un vaso cinese della dinastia Ming, preziosi vetri lavorati a Venezia, una lampada in ferro di fabbricazione indiana, forbici spagnole e monete dell'Estremo Oriente. Tutti questi oggetti, esposti dal 2000 nel piccolo museo del complesso Gedi, sembrano raccontare la storia di un luogo dove, in passato, convergevano mercanti e viaggiatori provenienti da ogni angolo del pianeta; un centro ricco, vibrante e vitale dell'Africa orientale sotto il dominio arabo dal 1300 al 1700 d.C. Secondo gli archeologi, almeno 2.500 residenti sono stati autorizzati a vivere lì.
Secondo l'ipotesi più semplice avanzata dagli scienziati, la grande foresta di Arabuko Sokoke divenne un obiettivo di conquista durante le migrazioni delle tribù discendenti dal nord ei suoi abitanti furono poi brutalmente cacciati. Secondo un'altra ipotesi, la città di Gedi sarebbe stata invece oggetto di una spedizione punitiva lanciata dalla città di Mombasa contro Malindi.
Ma tutto questo non fa che rafforzare il grande mistero del silenzio che avvolgeva per secoli le rovine: come può essere che un centro di commerci così ricco, una città così estesa, un luogo dove si incontravano i grandi e potenti mercanti del passato, non lasciava tracce scritte in qualche diario di viaggio? Si potrebbe immaginare che chi si avventura nell'antico borgo di Gedi fosse tenuto a rispettare un patto di silenzio. Inoltre, la sua lontananza dall'oceano e la sua posizione all'interno della foresta non costituiscono le condizioni ideali per un centro commerciale. E addensa ulteriormente il mistero che circonda ciò che la gente di Gedi stava scambiando, in gran segreto, e le motivazioni dei loro clienti.
Ci resta da ammirare, oggi, la tipica architettura swahili medievale che trova il suo apice nella costruzione del palazzo, nelle imponenti case in pietra e nella Grande Moschea. Ma i bagni sofisticati e unici nel loro genere sono di grande interesse. Il materiale principale utilizzato nelle costruzioni proviene dalla barriera corallina oceanica. La pianta della città è disegnata su incroci ad angolo retto e comprende una perfetta rete urbana di canali di scolo. La leggenda vuole che le rovine sarebbero state protette dagli spiriti dei suoi sacerdoti. Gli Antichi, come vengono chiamati, potevano maledire chiunque tentasse di profanare l'area.
