Informazioni Su Lalibela Mistero Delle Chiese Rupestri | Etiopia

Splendide chiese, scavate nella roccia. Le leggende sembrano indicare che l'Arca dell'Alleanza sia passata da questa parte.
Storia delle chiese rupestri di Lalibela
L'Etiopia è una terra mitica attraversata da mille misteri e leggende. A 2.600 metri sul livello del mare si trova quella che è conosciuta come la "Petra d'Africa": Lalibela. Famosa per le sue mirabili chiese rupestri, scavate nel fianco della montagna o nel terreno, nelle profondità della terra, è la città più sacra dopo Aksum. Ci sono dieci chiese e una piccola prigione che nessuno sa quando sono state costruite. La fondazione di Lalibela risale generalmente al XII secolo anche se la sua origine è sicuramente più antica. Tutte le chiese sono state realizzate senza alcun elemento murario e senza parti strutturali in legno, ma esclusivamente scavando e scavando il tufo. Ciò che lo rende ancora più misterioso è che in questo luogo, ad eccezione delle chiese, non ci sono altre costruzioni dello stesso periodo. La leggenda narra che i santuari furono costruiti per ordine del re Lalibela dopo che il sovrano ebbe una visione mistica. Secondo alcuni ricercatori, ci sono voluti 40.000 operai per costruire l'intero complesso, scavando nella roccia; tuttavia, il numero di lavoratori non corrisponde alla popolazione effettiva di questa regione durante questo periodo storico. Secondo un'altra versione, i Cavalieri crociati, rifugiati in Etiopia, avrebbero controllato la costruzione di chiese cristiane.
All'interno delle 11 chiese di Lalibela

Le 11 chiese di Lalibela sono distribuite su due diversi settori, con la sola eccezione della chiesa dedicata a San Giorgio (Bet Giyorgis). Il gruppo più numeroso, situato nel nord-ovest, comprende Bet Medhane Alem, la Chiesa del Salvatore, considerata la più grande chiesa rupestre del mondo. Al suo interno sono scavate nicchie di pietra che sono state, in modo del tutto anacronistico, identificate come le tombe di Abramo, Isacco e Giacobbe. Qui è anche custodito il tesoro più prezioso di Lalibela: una gigantesca croce d'oro, del peso di oltre 7 chilogrammi. Si arriva, tuttavia, a Bet Maryam - la chiesa di Maria - attraverso un piccolo arco di pietra in una parete rocciosa. La sua pianta è molto più elaborata: l'interno è realizzato su due livelli e sono presenti numerosi affreschi raffiguranti simboli cristiani oltre a una strana bestia a due teste che combatte due tori, uno bianco e uno nero. Più avanti, un pilastro a base quadrata è ricoperto da lenzuola e stoffe molto spesse, sotto le quali sarebbe nascosta una scritta proibita che nessuno può consultare, tranne un sacerdote in particolare. Secondo le guide locali, la verità dell'Arca dell'Alleanza è nascosta nelle sue pagine sacre. Si ritiene inoltre che antichi e misteriosi manoscritti rilegati in pelle e corteccia siano conservati nelle minuscole chiese di Bet Meskel e Bet Danaghel. Inoltre, per gli etiopi, Bet Golgotha è la chiesa più sacra: l'ingresso è chiuso alle donne e le sue pareti sono ricoperte da affreschi raffiguranti guerrieri crociati sul piede di guerra. Il sacerdote è anche il guardiano di una serie di reliquie e soprattutto di un piccolo pezzo di terra che si dice sia sacro.
Il secondo gruppo di chiese, quello del sud-est, è invece mal conservato e di difficile accesso. Solo la minuscola prigione, con le sue catene e le sue catene, solleva vari interrogativi: chi avrebbe potuto essere rinchiuso in un luogo dove c'erano solo luoghi di culto?
Chiesa di San Giorgio
Ma Bet Giyorgis è, senza dubbio, la chiesa più sorprendente di Lalibela: è stata realizzata scavando, a 15 metri di profondità, la base rocciosa di una collina. Dedicato a San Giorgio, la sua pianta a croce si sviluppa su tre livelli, andando sempre più in profondità. Ancora oggi ospita mistici eremiti che vivono seminudi nelle sue sacre nicchie, fianco a fianco con gli scheletri che vi sono stati depositati nel corso dei secoli. Una cassa molto vecchia e altre scatole sigillate non vengono mai aperte di fronte a estranei e nessuno sa cosa ci sia dentro. Alcune tracce scolpite nella roccia sono attribuite agli zoccoli del cavallo di San Giorgio, che si manifestò per rivelare a Re Lalibela un segreto che rimane ben sepolto nelle profondità della Terra.
