Agobardo, Magonia, Tempestarii E Alieni Medievali

Per tutto il Medioevo, i resoconti evocano contatti con creature che vivono "tra angeli e uomini" che alcuni definirebbero alieni medievali. Uno dei testi più famosi è quello di Agobardo, arcivescovo di Lione, nella prima metà del IX secolo.
Il testo, tuttavia, non intende accreditare tali storie. Piuttosto, il Liber contra insulsam vulgi opinionim (Il libro contro gli stupidi pregiudizi del popolo) ha lo scopo di combattere quelle che l'Arcivescovo considerava superstizioni. È nella parte intitolata "Della grandine e del tuono" che Agobardo si ribella alle storie di "popolo dell'aria" che corrono tra la popolazione della regione e che attacca le idee dei suoi contemporanei sul clima.
Magoniani nel cielo di Lione
Alcuni contadini ritengono che fenomeni naturali, come tempeste o grandine, derivino dall'azione di stregoni chiamati tempestarii, che sono in relazione con esseri originari di un misterioso paese situato tra la terra e il cielo e chiamato "Magonia". Avrebbero stretto patti con loro che avrebbero portato i Magoniani, viaggiando su navi aeree (navate), a provocare un disastroso maltempo per i raccolti. Le due parti avrebbero quindi condiviso i frutti colpiti e gli animali abbattuti o annegati. Per difendersi da tali misfatti, i contadini conoscono un solo rimedio: piantano nei campi grandi pali carichi di formule magiche. L'imperatore Carlo Magno proibì tale pratica "superstiziosa" nei suoi Capitolari. Il testo di Agobard fa parte della stessa lotta.
Tuttavia, l'arcivescovo di Lione ha buone ragioni per conoscere queste convinzioni: un giorno furono portati da lui tre uomini e una donna che la folla accusava di appartenere alla razza dei viaggiatori aerei e che volevano linciare. Agobard finì per mostrare ai lionesi il loro errore e salvò le vite dei prigionieri. Secondo un'altra versione, che non segue la testimonianza di Agobard, i quattro "trapezisti" sarebbero stati effettivamente uccisi e poi gettati nel Rodano dopo essere stati legati ad assi.
Esseri aerei o elementali dell'aria
Allo stesso modo, in molti testi antichi, pagani o cristiani, compaiono esseri che, sebbene superiori agli uomini, non sono di essenza divina poiché sono mortali come loro. Sono dotati di grande scienza e sanno come muoversi nel cielo, da soli o su "navi". Nell'antichità, un Plutarco credeva nell'esistenza di tali esseri: perché la natura non avrebbe progettato di riempire il vuoto che esiste tra i mortali e gli immortali divini?
Più tardi, nel XVI secolo, un altro autore, Montfaucon de Villars, nelle sue Conversazioni sulle scienze segrete, riporta un aneddoto che fa risalire ai primi giorni dell'era carolingia: le creature intermedie, che lui stesso chiama Silfidi, decisero un giorno per mostrare i loro volti scoperti e sono scesi sulla Terra con il loro velivolo per dimostrare che erano innocenti dei crimini loro attribuiti. Questa esperienza fu apparentemente inutile, poiché i capitolari di Carlo Magno e poi di Luigi il Pio stabilirono che sarebbero state inflitte multe a qualsiasi uomo o donna che pretendesse di venire dal cielo e che sarebbe stato catturato. Per convincere i terrestri, della loro esistenza e delle loro buone intenzioni, i Silfi avrebbero poi catturato alcuni di loro e mostrato loro le bellezze della loro patria. Poi li avrebbero riportati sulla Terra indenni.
Ma i viaggiatori involontari sarebbero stati scambiati a turno per maghi o creature diaboliche: arrestati, torturati, sarebbero stati finalmente giustiziati.
L'episodio di Lione si svolge in questo contesto. Gli esseri aerei, da allora in poi, sembrano esercitare più cautela. Le osservazioni che li riguardano sono meno numerose, ma a volte provengono da persone di alto rango: così il re Carlo il Calvo racconta di essere stato un giorno trascinato da una creatura di "bianchezza abbagliante" e dotato di "un'arma che lanciava un bagliore straordinario, come quella di una cometa "(manoscritto della Biblioteca Nazionale, Parigi). Pochi, come lo scettico Agobardo, semplicemente non credono che tali creature possano esistere. Gli argomenti dell'arcivescovo di Lione sono inoltre essi stessi molto sorprendenti per una mente moderna: l'impossibilità del fenomeno risulta, per l'autore cristiano, da argomenti puramente metafisici: il potere di tali esseri diminuirebbe quello di Dio.
Ancore cadute dalle nuvole
Diversi testi dell'alto medioevo (Speculum Regale - Lo specchio del re - che raccontano le gesta di leggendari eroi irlandesi, il norvegese Konungs Skuggsia del 950, l'Historia Brittonum del gallese Nennio dell'826 o l'irlandese Mirabilia) contengono la relazione di un incidente molto simile a quello raccontato dall'arcivescovo Agobard.
In un giorno di festa, un'ancora attaccata a una nave nuvola cade dal cielo e si blocca quando colpisce un ostacolo. Uno degli esseri aerei quindi scende "nuotando" nell'aria e cerca invano di sganciare l'ancora. Fugge per un pelo dalla popolazione impetuosa e decolla verso la nave. La corda è tagliata e se ne va. Sebbene le versioni differiscano per dettagli minori, tutte raccontano comunque più o meno la stessa sequenza di eventi. Anche all'inizio del XIII secolo, l'inglese Gervase di Tilbury, nella sua Otia Imperiala (Entertainment for the Emperor), segnala un fatto simile, che si sarebbe verificato poco prima.
Questi racconti sembrerebbero leggende arcaiche se un incidente simile, con dettagli minori, a quelli registrati in essi non si fosse verificato in tempi contemporanei. Il 26 aprile 1897, un dirigibile enigmatico apparve a Merkel, in Texas. La sua ancora cade accidentalmente e rimane agganciata al suolo; un "subacqueo" scende per liberare la nave ...
La storia sta facendo notizia in tutto il paese. Tuttavia, è molto difficile immaginare che i contadini texani siano stati influenzati dalla lettura di Gervasio di Tilbury o da quella dei testi del IX e X secolo ...
